Ossigeno

3 Nel quarto numero della collana Ossigeno | Elements of Life , ricerche e letture hanno un tratto distintivo: scomporre ai minimi termini i soggetti e analizzarli punto per punto, ponendosi interrogativi apparentemente elementari e addentrandosi in considerazioni inattese. Il filo conduttore di questo numero è la prospettiva diversa su cui si pone chef Yoji Tokuyoshi, artefice di un incontro culturale e culinario tra Giappone e Italia. Nella sua cucina non ci sono incroci ma sintesi, in un’interculturalità che normalmente richiede decenni per raggiungere tali espressioni. Le dodici ricette di chef Tokuyoshi, originali e dedicate a Ossigeno #4, diventano esperienza totale con i consigli del synesthetic sommelier, che abbina ad ogni preparazione di Tokuyoshi un vino, un brano musicale e un’opera d’arte: sinfonia dei sensi e appagamento di ognuno di loro, a partire dal senso del gusto. I non-frutti arachide e mela, esaltati nelle ricette di Tokuyoshi, rivelano l’inatteso, collegandosi nello stesso approccio di indagine a una lezione di corsa dell’emerodromo olimpico Stefano Baldini. Medaglia d’oro di stile ed educazione. In Ossigeno 4 conservatrice è Anversa, protagonista de I sensi e la città , mentre rivoluzionario è l’uso del suono che racconta il Maestro Giuseppe Vessicchio. A parlare di fermentazione c’è invece il gelido panorama del Nord dell’Europa. Una chiara espressione di ciò che caratterizza questa edizione è nella rubrica O di Òlos , che presenta il marketing dell’alimentazione e la mercificazione dell’infanzia, descritti attraverso i loro canali di studio per dare la possibilità al lettore di difendersi, mettendo insieme gli strumenti di una nuova consapevolezza di consumo alimentare. Curata dalla direttrice editoriale Fabiola Triolo, la rubrica Nome d’arte ospita le vie delle electro- vanitas di Iris van Herpen. L’arte chiude questa presentazione del quarto numero di Ossigeno, progetto editoriale nato per parlare di percorsi pratici su punti di vista diversi. Specie per quanto riguarda se stessi. In the fourth issue of the book series Ossigeno | Elements of Life , research and readings have a distinctive feature: reducing subjects to their lowest terms in order to analyse them point by point, asking apparently elementary questions and deeply going into unexpected reflections. Main theme of this issue lies in different perspective on which chef Yoji Tokuyoshi stands, architect of a cultural and culinary meeting between Japan and Italy. In his cuisine there are no intersections but rather synthesis, going along with an interculturalism that normally takes decades to reach such expressions. The twelve exclusive recipes conceived by Yoji Tokuyoshi for Ossigeno #4 become total experience thanks to the synesthetic sommelier’s tips, pairing each Tokuyoshi plate with one wine, one piece of music and one work of art: symphony of the senses and fulfilment of each one of them, based on the sense of taste. Non-fruits peanut and apple, exalted in Tokuyoshi’s recipes, reveal the unexpected, being connected by means of the same investigation approach to a running session from the Olympic emerodrome Stefano Baldini, gold medal for flair and politeness too. In O4 conservative is Antwerp, subject of Senses and the City , while revolutionary is the use of sound told by Maestro Giuseppe Vessicchio. The cold panorama of Northern Europe will act as a frame to talk about fermentation. A clear expression of what characterizes this issue can be found in the O for Òlos section, introducing food marketing strategies related to commodification of childhood, described through their same research facilities to give readers the opportunity to defend themselves, putting together proper tools for a new awareness towards food consumption. Curated by our editor in chief Fabiola Triolo, the Stage Name section hosts the electro-vanitas’ paths traced by Iris van Herpen. Art concludes this presentation of Ossigeno’s fourth issue, our editorial project conceived to talk about practical routes from different points of view. With particular reference to themselves. Mario Zani

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