Ossigeno
106 107 i n g e g n e r i a d e l r e s p i r o #E=O a cura di Federico Tosi E = O E = O “Ora finalmente respiro” “Non mi lasciava respirare” “Mi manca il respiro” “Qui sì che si respira” “Non ho un attimo di respiro” “Ho chiesto un po’ di respiro” “Trattenni il respiro” “È un’opera di ampio respiro” “Fai un respiro profondo” “Fino all’ultimo respiro” “Il tempo di un respiro” “Mi hai tolto il respiro” Tanti i modi di dire sul respiro e la respirazione. Così numerosi da sottintendere l’importanza di quel moto naturale che, col primo vagito di ogni neonato, conferma al mondo l’alito di vita presente in ognuno di noi. Tuttavia, per la sua natura spontanea e normalmente inconscia, la respirazione appare estranea e sconosciuta. Eppure è una cartina di tornasole unica e inimitabile per comprendere lo stato di benessere di una persona. È il ritmo del respiro a tradire per primo lo stato emozionale di un soggetto. Calmo e regolare quando è sereno, accelerato e incostante quando è agitato. La riscoperta più recente nel mondo occidentale è dovuta alla pratica yogica, la via per elevare mente e corpo che prevede otto fasi al cui centro c’è, non a caso, il controllo del respiro. Perché riuscire a controllare il respiro significa riuscire a dominare le proprie emozioni e controllarle senza lasciarsi tradire da un riflesso fisiologico, facendo pace col mondo. « Vorrei che andaste incontro al sole e al vento, con la pelle, più che con il vestito, perché il respiro della vita è nella luce solare e la mano della vita è nel vento » ha scritto Gibran Kahlil Gibran, il poeta, filosofo e pittore libanese autore de Il Profeta .
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