Ossigeno
116 #under pressure a cura di Federico Tosi dalla mente alla lotta, e ritorno Chissà quanto superare un avversario nella lotta possa aiutare nell’introspezione, nell’osservazione e nell’analisi della mente. Se sia più di aiuto conoscere la sconfitta o pascersi della propria affermazione per capire il pensiero e l’agire dell’uomo. Platone , ad esempio, eccelleva nel pancrazio ¹, e sulle meccaniche delle relazioni e destinazioni umane è stato uno dei primi grandi pensatori. Filosofia e psicologia sono tra le discipline più coinvolte dai successi e dalle sconfitte nella lotta, perché sono proprio i comportamenti e i pensieri della mente a predisporre la voglia di confrontarsi e a fornire le risorse per migliorare i propri strumenti attraverso l’allenamento. Mentale, sempre prima che fisico, è il confronto tra i corpi abbracciati in pedana. Meccaniche comuni a tutti gli sport, ma nella lotta si è da soli. È una disciplina più individuale delle altre perché l’atleta non ha strumenti se non le proprie braccia, e la mente che le coordina insieme al peso. Chissà quanto l’alzarsi sconfitto o il ribaltare a terra il rivale siano valide vie di conoscenza. In Italia, la città di Faenza è una delle più generose culle di lottatori. A livello nazionale, un terzo delle medaglie del settore lotta arriva da questo centro, 59mila abitanti, un millesimo della popolazione italiana. Una proporzione strabiliante permessa da una palestra, la Giovanni Lucchesi, sede della società sportiva Faenza Lotta, una delle più antiche d’Italia in cui si pratica la lotta greco-romana. Chi è del posto sa che non è un luogo sportivo comune e che gode di un’aura particolare, non dettata in via esclusiva dal valore delle medaglie conquistate dai suoi portabandiera. La palestra Lucchesi è un chiaro luogo di allenamento, consegna un’immagine tosta e asciutta, trasmette il valore dello spogliatoio e della fatica nell’esercizio. Nei corridoi sono esposti i trofei vinti in cento anni esatti di storia. Il 2019 chiude il primo secolo di vita della Lucchesi, culla di lottatori quali Antonio Randi, Ercole Gallegati, Marco Gavelli, Gian Matteo Ranzi, Vincenzo Maenza, Andrea Minguzzi, Franco Benedetti, Daigoro Timoncini, Natale Vecchi. �uesti sono i campioni olimpici della hall of fame faentina. Album di foto dalla stampa all’albumina al digitale, che dalle prime Olimpiadi del secolo scorso fino a Rio 2016 ripercorrono la storia della palestra di lotta faentina sul principale palcoscenico dello sport. u n d e r p r e s s u r e u n d e r p r e s s u r e 1 Il pancrazio è un antico sport da combattimento, un agone che faceva parte dell'atletica pesante di origine greca antica e consisteva in un misto di lotta e pugilato. Il termine in greco antico πανκράτιον [pr. pankrátion ] significa ‘tutta forza’, a indicare che il lottatore sconfiggeva il suo avversario utilizzando tutta la sua forza e tutte le parti del corpo, con ogni tecnica a mano nuda ammessa, tranne togliere gli occhi all'avversario. 117
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