Ossigeno

57 violenza #00 Fare un passo indietro, osservare una collina coltivata ad agave e constatare la somiglianza con le fortificazioni anticarro di filo spinato. violenza #01 A maturità raggiunta, quindi non prima dei sei anni, la succulenta agave gonfia il suo centro, da cui iniziano ad alzarsi le foglie radicali. Questo è il segnale di una fioritura imminente. Con un cucchiaio affilato si entra a questo punto nel cuore della pianta e lo si asporta insieme al giovane gambo. Capar . Il risultato è un buco del diametro di almeno 30 centimetri, in cui la pianta inizia a riversare la sua linfa, poeticamente chiamata dai messicani aguamiel , acqua di miele. violenza #02 Il Messico è certamente sul lato sbagliato del confine per apparirci come uno tranquillo. Le sue ruvidità, tempra e intensità nel divertimento si rintracciano nel pulque, la bevanda che ha dissetato e nutrito chi non aveva niente . È infatti un economico accesso naturale a una ricca dose di carboidrati, amminoacidi e vitamine. Questo è il pulque, linfa fermentata dell’agave , fino a due secoli fa unica fonte idrica in alcuni poveri e desolati territori della Mesoamerica. violenza #03 Picazo . Questo il nome del buco ricavato nel cuore dell’agave. Per un periodo che può durare fino a sei mesi, la pianta versa nell’incavo dai 3 ai 4 litri di linfa al giorno. Compito dell’uomo prelevarla e metterla a fermentare. Ai tempi degli Aztechi venivano impiegati allo scopo cuoio di bue e, nel tempo, anche olle di argilla e tini di legno. Il risultato di questo procedimento è la bevanda progenitrice di Tequila e Mezcal , sconfitta forse dalla birra, passata dagli onori sacerdotali alle gole più povere.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDUzNDc=