Ossigeno

148 149 In un percorso di studio, un metodo è un insieme di regole e operazioni utili, che permettono di raggiungere con certezza il risultato . �uesto comprende atteggiamenti, norme e procedimenti che consentono di affrontare ogni dettaglio dell’oggetto di indagine. L’importanza di avere metodo risiede nella sua capacità di accompagnare nella piena osservazione di un fenomeno, nell’analisi dei suoi elementi misurabili e delle sue caratteristiche qualitative. Il metodo per antonomasia è quello scientifico , unica via conosciuta per scoprire le regole di funzionamento della realtà che ci circonda, perché l’unico realmente in grado di andare in completa profondità sull’argomento osservando, deducendo, sperimentando, verificando. Esempio perfetto (con diverse fasi di analisi, che si possono indirizzare sull’oggetto o sulle relazioni che intercorrono tra lo stesso e l’ambiente esterno): un pedone al semaforo. La regola è che con luce verde si può attraversare. Ma un metodo prevede anche di osservare a destra e a sinistra, prima di impegnare l’incrocio. L’importanza è dunque tutta qui, nella possibilità di controllare ogni aspetto di un fenomeno, senza fermarsi alla regola o alla tendenza . È proprio in questi momenti che il ricercatore potrebbe commettere l’errore: quando il risultato appare scontato, quando intervengono le banalizzazioni. E quando la soluzione sembra lampante, osservare con attenzione permette di evitare errori clamorosi. Un primo, concreto esempio dell’esigenza di un metodo sta tutto nel tema energia sostenibile . Capitolo: pannelli solari , eccellenti rappresentanti del concetto di energia rinnovabile, ma in odore di diventare simbolo di un nuovo crimine contro la natura e l’umanità. In termini di sostenibilità, i moduli fotovoltaici non sembrano sindacabili; lo è tuttavia la loro dismissione e la ricerca dei minerali necessari al loro funzionamento . Il traffico di rifiuti è il quarto ambito di reddito della criminalità – dopo droga, contraffazione e traffico di esseri umani. È in questo preciso momento che i pannelli solari perdono la loro aura di sostenibilità. L’Unione Europea ha un peso devastante sull’economia ambientale dell’Africa sub- sahariana: Lagos è il porto africano di approdo più blasonato, dove l’Italia vanta magazzini e moli ideali per stoccaggio e imbarco. Attraverso Lagos transitano annualmente sessantamila tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (dati diffusi dalle Nazioni Unite¹ e commentati come punta dell’iceberg del fenomeno). I pannelli fotovoltaici fanno parte di questo tonnellaggio, sia perché costosi da smaltire, sia perché al centro di finanziamenti per il riuso dei pannelli europei nelle comunità africane. I nostri scarti vengono così imbarcati come nuovi, transitando con maggior facilità attraverso le dogane. Attraverso specifiche fasi di trattamento, dal peso complessivo vengono recuperati 76% di vetro, 10% di polimeri e altri elementi come rame, alluminio e silicio riutilizzabili, che non prevedono problemi di carattere ambientale. Non c’è però, al momento, un’economia di scala in grado di proporre un costo capace di competere con certe coscienze, e tra qualche anno andranno in scadenza gli impianti del boom 2010-2013. Il problema è pronto a detonare. Oltre allo smaltimento, i rischi cheminano la sostenibilità degli impianti fotovoltaici arrivano dalla loro produzione e dalla ricerca di quei minerali necessari al loro funzionamento: Repubblica Democratica del Congo e cobalto, Guinea e bauxite . La gestione di certi giacimenti non avviene sotto l’egida di norme internazionali, e laddove dovrebbero essere a maggior ragione assicurati vantaggi economici per una comunità, corruzione e sfruttamento dilagano. La denuncia di queste realtà è una costante attività dell’ IISD – International Institute for Sustainable Development , ente indipendente di sviluppo con sedi in Canada, Stati Uniti e Svizzera, cui si deve il dossier Green Conflict Minerals ². Così Clare Church, ricercatrice dell’IISD e coautrice della ricerca insieme ad Alec Crawford: «�uesto problema deve essere preso in considerazione da quelle stesse voci che, correttamente, promuovono una transizione economica green». Parole emblematiche circa l’urgenza di un metodo che apra all’osservazione periferica, che faccia andare oltre ciò che intuitivamente è giusto. Perché, senza negare la bontà di unaqualunque iniziativa, il rischio è quello che le conseguenze siano peggiori di ciò che le buone intenzioni vogliono risolvere. Sempre in tema ambientale, altro utile campo di approfondimento è quello degli orti urbani . Se prima abbiamo parlato di spazio per lo smaltimento, qui ci si interroga sullo spazio di coltivazione e sulla possibilità che quella che appare come una panacea sia poi in grado di esserlo davvero. ¹ Irene Galan, Dark skies, bright future: overcoming Nigeria’s e-waste epidemic , UN Environment Programme, 07/08/2019 – disponibile online @ www.unenvironment.org ² Clare Church, Alec Crawford, Green Conflict Minerals: the fuels of conflict in the transition to a low-carbon economy – IISD report , 08/2018 – disponibile online @ www.iisd.org carlo zauli metodo ambientale vs. ambientalismo da salotto: azioni necessarie per chi cerca le vie della sostenibilità

RkJQdWJsaXNoZXIy NDUzNDc=