Ossigeno

20 21 Negli stessi anni avete lanciato le vostre prime campagne “shock”… Il motivo per cui abbiamo realizzato quelle cosiddette comunicazioni "scioccanti" è, linearmente, perché non dovrebbero esserlo. Perché se siamo disposti a fare questo tipo di cose, non siamo altro che specisti. Se siamo disposti a catturare gli squali con gli ami e a tagliare loro le pinne, perché dovrebbe essere inaccettabile farlo a un essere umano? E se siamo disposti a iniettare sostanze chimiche agli animali, a radere loro la pelle, a graffiarla e a strofinarci sopra dei prodotti, perché a noi no? Perché diventa scioccante quando lo facciamo agli umani? Abbiamo gli stessi recettori del dolore di un coniglio. O di una cavia. È orribile morire di avvelenamento, che tu sia un topo o un essere umano. Allora perché non è scioccante quando succede a un animale, ma lo è in rapporto a una persona? A volte, è necessario innescare quella connessione affinché le persone possano davvero fermarsi e pensare: «Perché dovrebbe essere accettabile? Perché ci è stato detto che va bene, e siamo andati tranquillamente avanti con le nostre vite, e non l'abbiamo mai messo in discussione?». �uindi, quando lanciamo quel tipo di campagne shock, stiamo solo chiedendo alle persone di mettere tutto in discussione. E a volte, per farlo, devi usare la strada dell’Immagina se questo fosse un essere umano. Posso chiedertiqual èstata la reazione a breve e a lungo termine delle persone? Posso immaginare che tu abbia avuto anche molta cattiva pubblicità di fronte a questo. Sì, siamo stati attaccati. Abbiamo avuto attacchi nei nostri negozi. Sono stati vandalizzati. Hanno minacciato il nostro staff. Tu puoi immaginarlo, a noi è successo. Ho avuto io stessa minacce personali, e abbiamo anche ricevuto telefonate anonime ai nostri negozi che dicevano: «Sappiamo a che ora chiude il negozio. Stai attento, tornando a casa. Perché siamo fuori e ti stiamo guardando». �uindi, minacce vere e proprie. Ma penso che, a lungo termine, anche le persone che ci odiano sappiano che diciamo quello che pensiamo, e agiamo di conseguenza. Cavalchiamo la tempesta. E, sai, alcune persone ci accusano di farlo per un ritorno pubblicitario. Voglio dire, bisogna essere matti a pensare davvero che sia facile trovarsi nell’occhio di un tale ciclone. E quali sono stati, finora, i risultati delle vostre campagne contro la sperimentazione animale? C’è stata l'enorme vittoria pubblica nella formalizzazione della Direttiva Europea sui Cosmetici. Ora c'è un divieto totale di sperimentazione sugli animali. E questo ha cambiato le modalità di testing cosmetici in tutto il mondo, perché altri mercati hanno dovuto adeguarsi. Noi siamo scesi in campo, lottando attivamente durante tutto quell’arco di tempo, da soli, tuttavia quella vittoria non appartiene solo a noi. Era il pubblico, il pubblico acquirente che chiedeva un cambiamento, e che lo esigeva dai suoi legislatori. Perché è sempre bifronte: bisogna fare in modo che le aziende smettano di farequeste cose e, allo stesso tempo, farvi adattare la legislazione. È l'unico modo per fermare la frana. Il che mi porta alla domanda su un'altra azienda che abbiamo ospitato in Ossigeno: Tony's Chocolonely. Abbiamo parlato con loro, nella scorsa pubblicazione, della loro lotta alla schiavitù nel mercato del cioccolato, ed ero curioso di sapere se aziende etiche come Lush e Tony's intrattengono una sorta di relazione. Una specie di Lega degli Avengers delle aziende etiche... Ad esempio, loro prestano particolare attenzione alla loro filiera, a curare ogni passaggio per non essere coinvolti nello sfruttamento di persone o di risorse in Africa, o in Sud America. Ingenuamente, quando sono entrata in azienda, pensavo che le imprese etiche avrebbero dovuto parlarsi e scambiarsi informazioni. In realtà, non sempre funziona così. Anche per quanto riguarda i test sugli animali, non ottieni molti risultati, sai, dicendo: «Oh, abbiamo trovato un ottimo fornitore che non fa test, dovresti usarli anche tu!». Di certo, però, con Tony's abbiamo parlato di filiera, perché anche noi abbiamo lavorato per anni, come loro, cercando di assicurarci che il nostro burro di cacao fosse tracciabile e trasparente. Facciamo approvvigionamento diretto. Abbiamo anche acquistato burro di cacao da villaggi di pace in Colombia, e da altri posti dello stesso tipo, dove conosciamo le persone che raccolgono e lavorano le fave di cacao. Ma il cacao non è l'unico ingrediente. Ci sono tanti ingredienti che monitoriamo costantemente. Tony’s Chocolonely è un'ottima azienda, e si preoccupano davvero della catena di approvvigionamento. Quindi, sì, abbiamo avuto molti scambi proficui con loro. In definitiva, perché un'azienda dovrebbe rappresentare un valore, anziché un prodotto? Come possono altri farequello che avete fatto voi, nel loro segmento, se tu potessi dare loro un consiglio? Penso solo che, a volte, ci sono cose più importanti della tua azienda. Ed è il caso di riconoscerlo. La lotta contro la sperimentazione sugli animali è più importante di Lush. E la sua missione è più importante della missione di Lush. �uindi non vorremmo brandizzare anche questo. Penso che se tieni davvero a qualcosa, dovresti preoccupartene a pieno titolo. Non gira tutto intorno all'azienda. Non gira tutto intorno alla costruzione del brand e alla realizzazione degli utili. Alcune cose li sovrastano, e se ci tieni davvero, allora fai pressione sulla tua esperienza, per fare vera pressione. Webliografia www.statista.com/statistics/892454/lush-cosmetics-limited-revenue-by-country/ www.business-essay.com/lush-cosmetics-company-analysis/ www.alliedmarketresearch.com/cosmetics-market www.statista.com/statistics/892361/turnover-lush-cosmetics-limited-worldwide/ FIGHTING ANIMAL TESTING

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