Ossigeno

10 11 Ciò che mi ha sempre guidato è l’amore e il rispetto per la Terra e per l'umanità. La mia gratitudine per la vita che la Terra viva ci dona è ciò che mi guida a difendere natura e diritti umani. Il diritto umano alla vita fluisce dai diritti connaturati alla Terra, quindi, per me, difendere la Terra è un nostro dovere, oltre che un nostro diritto. Il modo migliore in cui le persone possono sentirsi coinvolte è partecipare alla rigenerazione della Terra viva coltivando un giardino o producendo cibo secondo il paradigma ecologico, senza l’uso di sostanze chimiche. �uando ci prendiamo cura del suolo diventiamo noi stessi parte della Terra, acquisiamo la consapevolezza di essere noi stessi parte della natura. Siamo fatti degli stessi cinque elementi che costituiscono la Terra: spazio, aria, acqua, fuoco, suolo. Humus, come per il suolo, è la radice della parola umano. Siamo terra. Siamo fatti di terra. E possiamo e abbiamo il dovere di rigenerare la Terra. Dobbiamo cambiare rotta. Dobbiamo abbandonare la strada dell'estrattivismo, del prendere senza dare, del porre i profitti al di sopra delle persone. È la parabola discendente del consumismo, che sta annientando le condizioni della vita umana sulla Terra. È un vicolo cieco; sfocia in estinzione. Il cammino che conduce alla possibilità di un futuro per l’umanità si indica seguendo il percorso su cui gli indigeni hanno camminato per secoli senza mai distruggere la Terra. Significa camminare seguendo quei solchi della natura che hanno sorretto la vita sulla Terra nel corso dei millenni. In Navdanya siamo profondamente consapevoli che il suolo è vivo, e che prendersi cura del suolo vivo è l'aspetto più importante della coltivazione del cibo. Il cibo è il dono del seme vivo e del suolo vivo. Semi e piante vivificano il suolo, e il suolo vivo alleva semi vivi. Il terreno su cui si trova la cooperativa di Navdanya era un lembo di terra desertificato, impoverito da una piantagione di eucalipti. Per rigenerare il suolo, abbiamo nutrito i suoi microrganismi aggiungendovi materia organica. Abbiamo coltivato la biodiversità, che ha favorito l’accoglienza di una ancor più ricca varietà di insetti e impollinatori, di lombrichi e organismi del suolo, di piante medicinali, spontanee, selvatiche, edibili. �uando non si ricorre all’uso di pesticidi ed erbicidi come il glifosato, che uccide insetti e piante, la biodiversità coltiva la biodiversità. La biodiversità coltiva l'abbondanza, la biodiversità coltiva la vita. Le nostre ricerche dimostrano che un terzo del cibo è opera degli impollinatori. Il nutrimento per il nostro cibo proviene dai microrganismi del suolo. Avere cura dei semi significa allora occuparsi di semi a impollinazione libera e rigenerativa, accrescendone la diversità attraverso una banca viva dei semi, in modo che possano co-evolvere adattandosi al cambiamento climatico. La banca dei semi di Navdanya è viva, è un bene comune, dove i semi co-evolvono grazie alla cura umana. La banca dei semi di Navdanya, all’interno della cooperativa di Navdanya, non è che una delle 150 banche comunitarie di semi che abbiamo contribuito a creare a partire dal 1991. Ho avviato l’istituzione di banche comunitarie di semi per salvaguardare la diversità dei semi vivi e perché potessero restare nelle mani degli agricoltori. È stato nel 1987, durante un meeting sulle nuove biotecnologie, che l’industria chimica ha rivelato per la prima volta di come avrebbe geneticamente modificato i semi per possederne il brevetto esclusivo. Dissero che tutti i semi sarebbero divenuti OGM aziendali brevettati entro il 2000, e che l'accordo sui diritti di proprietà intellettuale relativi al commercio dell’AGTC/OMC¹ sarebbe stato utilizzato per rendere illegale la conservazione e lo scambio di semi. Per me custodire e condividere i semi è un dovere etico, oltre che ecologico. Quindi, assieme alle comunità, mi sono impegnata a conservare i semi attraverso le banche comunitarie e a combattere l’affermazione falsa che i semi siano congegni inventati dalla Monsanto. Una banca comunitaria dei semi rappresenta allora una riappropriazione di beni comuni e vitali in un periodo di imperialismo ai danni della vita, a cominciare dal monopolio sui semi. Parlando di acqua, nel corso della storia le sue fonti erano riconosciute come sacre. Sono luoghi degni di timore reverenziale perché l'acqua è dono della natura, e dà il dono della vita. È imprescindibile per la nostra sopravvivenza. Non solo costituisce gran parte dei nostri stessi corpi, ma con l'acqua il suolo viene idratato in modo che le piante crescano, che cresca la vita. A sua volta, la materia organica delle piante e di altri esseri viventi ritorna al suolo, rendendolo più resistente all'erosione e aumentandone la capacità di ritenzione idrica. Dalla gratitudine a Navdanya Vandana Shiva ¹ Accordo Generale sulle Tariffe doganali e sul Commercio, divenuto in seguito Organizzazione Mondiale del Commercio (NdR).

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